CASTELLO DI MONTEBELLO

Il castello di Montebello di Torriana è sito nella città di Poggio Torriana, provincia di Rimini.


LA STORIA

Sebbene il sito ufficiale preferisce parlare di altro (ci arriveremo), il castello ha una storia molto antica alle sue spalle.

Ai piedi della rupe su cui sorge il castello, civiltà pre-romaniche pare avessero instaurato un luogo di culto. La prima costruzione in muratura invece risale ai romani, ma solo nel 1186 abbiamo notizie del luogo tramite un documento che attesta la vendita di esso da Ugolinuccio di Maltalone a Giovanni Malatesta. I nuovi padroni dotarono l'insediamento di fortificazioni divenendo un punto di riferimento sul confine con i territori di Montefeltro, famiglia nemica. Il castello cadde nelle mani dei Montefeltro nel 1393, ma venne poi riconquistato nel 1438. Dopo un'ennesima sconfitta subita circa trent'anni dopo contro l'esercito pontificio accomunato ai Montefeltro, nel 1464 passò sotto i Guidi di Bagno; la famiglia dei conti Guidi è tutt'ora proprietaria della rocca.

Nel corso dei secoli essa è stata soggetta ad ampliamenti e restauri, di cui l'ultimo e forse il più pesante avvenuto a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.

LA LEGGENDA

La leggenda narra che nel 1370, il feudatario Uguccione (o Ugolinuccio) di Montebello ebbe una figlia albina. Giacché la superstizione popolare avrebbe visto di cattivo occhio la bambina per questa sua cartteristica fisica, la madre decise di tingerle i capelli di nero. Questa tinta però, non certo pari a quella dei giorni d'oggi, dava ai capelli albini dei riflessi azzurri come gli occhi della bambina, che venne quindi soprannominata Azzurrina. Nonostante ciò, temendo il giudizio popolare, il feudatario decise che ella sarebbe dovuta esser sempre seguita da due guardie (che la leggenda nomina Domenico e Ruggero). A soli cinque anni, il giorno del solstizio d'estate, la bambina pare giocasse con una palla di stracci all'interno del castello; seguendo la caduta di questa per le scale che conducevano alla ghiacciaia nei sotterranei, Azzurrina urlò. Quando le due guardie accorsero nel sotterraneo che non presentava altra via d'uscita, non trovarono ne la bambina ne il giocattolo. Pare anche impervessasse un temporale, che terminò con il tragico evento. Questa leggenda che ha reso tanto noto il castello di Montebello vuole che il fantasma della bambina torni a farsi sentire ogni cinque anni (la sua età alla morte) nel giorno del sostizio d'estate. La voce di Azzurrina sarebbe anche stata registrata ed è a disposizione dei turisti che con tanta curiosità visitano il castello.

ANALISI

Di fonti storiche che certifichino l'esistenza della bambina non ve ne sono. Dopo secoli di tradizione orale, di volta in volta corretta ed abbellita, pare che un parroco della zona nel 1620 la mise per iscritto eseguendo una raccolta delle tradizioni popolari della zona, intitolndola "Mons belli et Deline". Pare, perché di questo scritto non v'è traccia. Secondo ciò che invece sostengono gli attuali gestori del castello, la bambina si chiamava in realtà Guendalina e non Adelina.

A quanto ci è stato riferito da Daniela Condello, proprietaria della Montebello s.a.s. società che gestisce gli interessi del castello, non è permesso a nessun gruppo di indagine effettuare delle investigazioni all'interno del castello; tutte le analisi ed i dati raccolti vengono effettuati e forniti da un unico gruppo di fiducia (che risulta essere il Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca Biopsicocybernetica). Qui nascono le nostre perplessità. Non conosciamo se questa decisione sia avvenuta o meno dopo che nel 2010 il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) abbia appurato come all'interno del castello non vi siano alcuni riscontri di attività paranormali, causando forse tramite la diffusione televisiva del report (RAI) un problema di immagine e ciò che ne consegue. Inoltre nel 2011 Simone Angioni (appartenente al Cicap) scrive in "La scienza dei mostri" che durante l'indagine svolta l'anno prima si è intrattenuto con la curatrice che avrebbe confermato l'assenza di fonti storiche e di non aver mai visto il famoso scritto del 1620, ma di averne solo sentito parlare. Ad ogni modo questo divieto di indagine, a quanto pare, non è stato davvero rispettato: negli ultimi anni trasmissioni televisive come Mistero (2011) ed altri team di ricerca hanno ottenuto tale permesso, d'altra parte "l'uomo non vive di solo pane".

Come amatori, indipendenti e non finanziati, non portando direttamente alcun utile al target di volta in volta selezionato probabilmente ci toglie ogni chance su luogo in questione. Riteniamo molto sospetta l'esclusiva delle indagini giacché come ci hanno dimostrato in passato, se non si ha nulla da nascondere non si temono risultati contrastanti a quelli ufficiali; con dispiacere supponiamo che il castello di Montebello ha un'immagine dal valore molto importante per incorrere in "inconvenienti" di qualsiasi genere. Anche il lancio pubblicitario di un film dedicato risulta particolare, con tanto di "storia vera" (nemmeno "leggenda") nel titolo dell'articolo che ci è passato sotto mano e con all'interno di esso una riproduzione parziale dei contenuti del sito, cosa che sarebbe vietata dalla policy stessa del castello... se gatta non ci covasse.

Forse siamo troppo sospettosi, per questo lasciamo il beneficio di un punto di domanda nel tag dell'articolo. Ma le nostre perplessità sono molto forti.